Lombardia: una campagna per due

Regione Lombardia annuncia di voler vaccinare nelle aziende senza il confronto annunciato con i sindacati. Che si dicono sconcertati ed esprimono un fermo disappunto per il metodo e il merito di questa scelta

 

 

A seguito dell’annunciata delibera per la somministrazione del vaccino anti COVID-19 nelle aziende che farebbe seguito, da notizie di stampa, a un protocollo trattato e concluso da Regione Lombardia con le sole Associazioni datoriali di Confindustria e Confapi i sindacati  esprimono tutto il loro fermo disappunto per il metodo e il merito della scelta.

I Sindacati, infatti, hanno tenuto, fin dall’inizio, una posizione di massima responsabilità e disponibilità, con un confronto verso le Istituzioni impegnate nella gestione dell’emergenza pandemica sempre costruttivo e propositivo, tanto più in materia di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori e della comunità, stante la rappresentanza che abbiamo di tanta parte della cittadinanza lombarda.

E proprio in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro sono stati definiti protocolli condivisi, poi recepiti da atti normativi, che hanno regolato e implementato nelle aziende le attività di contrasto alla diffusione del contagio. È perciò del tutto ingiustificata la linea di condotta seguita da Regione Lombardia che ha deciso, sia di prescindere dagli esiti del tavolo di confronto avviato tra Governo e Parti sociali per verificare e condividere il possibile sviluppo del piano nazionale vaccinale nei luoghi di lavoro, sia di non coinvolgere il Sindacato nel confronto sul piano di vaccinazione nelle aziende che, invece, è stato oggetto di una preventiva trattazione con la sola Parte datoriale, peraltro rappresentativa di una porzione del mondo produttivo lombardo.

 

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